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Questo sito


Il presente sito è stato creato nel dicembre 2021 a Vignola (paese in provincia di Modena) con il primario intento di far conoscere meglio quei concittadini di nascita oppure di adozione che, nel tempo, si sono distinti nelle loro rispettive professioni e attività al punto da guadagnarsi stima e considerazione robuste non solo presso la comunità vignolese; questo è anche un modo per onorarne la memoria. Fino a oggi, sono state prese in considerazione esclusivamente figure ben documentate le quali abbiano avuto una carriera militare di alto livello e/o abbiano vantato particolari meriti in almeno uno dei seguenti settori: lettere, arti, scienze, politica.
Soprattutto negli ultimi decenni, si rivela di frequente complicato rinvenire materiale divulgativo rigoroso, se non talora in forma sparsa, che sia capace di appagare la curiosità di chi risulti interessato ai temi in oggetto come – eventualmente – di incoraggiare ricerche condotte in prima persona. Alla luce di ciò, Celebri Vignolesi vuole offrire un’interfaccia che permetta all’utente di navigare senza smarrirsi, così da trovare facilmente le informazioni di maggior rilievo intorno alla vita e alle opere delle figure più illustri nate e/o vissute a Vignola. Nelle pagine del sito, inoltre, è riservato spazio a immagini, filmati e ricorrenze sulla comunità di riferimento e sulla sua storia.
L’arricchimento reciproco con i lettori è uno degli obiettivi di Celebri Vignolesi. Chiunque desideri collaborarvi, lo può fare liberamente a beneficio di tutti.



Il nome


Il nome del sito intende richiamare il titolo di un volumetto a più mani curato nel 1839 da Francesco Selmi (1817-1881), Iconografia dei celebri vignolesi. Questa pubblicazione mostra che già da molto giovane il futuro grande uomo di scienza e di lettere, nonché patriota, funzionario pubblico e docente nato Vignola, era convinto che fosse decisivo per ogni comunità conoscere i propri figli più autorevoli e benemeriti, e tramandarne il ricordo alle nuove generazioni.
Durante la sua operosa esistenza, Selmi non si distaccò mai dalla posizione secondo cui l’uomo ha il duplice dovere di approdare – nel pensiero e nell’azione – al massimo delle proprie possibilità, pur essendo insieme tenuto a riconoscere i propri limiti: dagli insigni personaggi del passato, in particolar modo – appunto – da quelli che avevano fatto parte della loro stessa comunità, gli individui del presente possono sempre trarre insegnamenti utili per condurre un’esistenza piena e degna, caritatevole e umana. Perfetto complemento di questa convinzione ci sembrano le parole che un altro famoso autore nato a Vignola, Agostino Paradisi il Giovane (1736-1783), significativamente consegnò all’incipit del suo Elogio del principe Raimondo Montecuccoli (1775): «Le lodi degli Uomini illustri e preclari non meno si debbono reputare un tributo verso coloro, da’ quali venne l’uman genere decorato e beneficato, che un argomento di generosa emulazione istituito ad eccitare nei viventi per la ricordanza de’ trapassati quella virtù, che molto meglio per gli esempli si scuote, che per gl’insegnamenti. E se la virtù, qualunque ella sia, di qualunque età, di qualunque nazione, ha diritto di essere ammirata sempre, ed imitata; par nondimeno che ella prenda un maggior grado di forza e di energìa, quando più da vicino ne appartiene, sia per ereditaria ragion di famiglia, sia per pubblico titolo e comune di patria».



Il logo


Il logo del sito è una ghianda stilizzata. Nel mondo vegetale, la ghianda viene generata dalla quercia, albero possente, maestoso, robusto, saldo, essenziale, elegantemente rustico e fecondo. I frutti della quercia, le ghiande, si accontentano di poco per dar vita a nuovi alberi, che crescono lentamente per meglio adattarsi al terreno e allungare radici vigorose e ben distribuite; tutto ciò aiuta le querce non solo a far fronte a ogni tipo di difficoltà, ma anche a essere apprezzate con rispetto.
La quercia, di conseguenza, possiede alcune caratteristiche che non si discostano troppo da quelle della tradizione. Grande e nobile cosa, per una comunità, è alimentarsi dell’eredità della quale risulta depositaria e che si è plasmata nel tempo e in un luogo preciso; nascono in tal modo nuove generazioni composte di persone forti, equilibrate, responsabili, risolute, consapevoli e collaborative che sanno trarre profitto da questa tradizione rinnovandola attraverso la loro condotta, il loro impegno e il loro ricordo.
I valori della tradizione vanno intesi non già come oggetto di ammirazione retorica, bensì come strumento di ricerca attiva, come fermento di concreto progresso. L’eredità dei padri s’innesta sull’operosità dei figli, secondo un ciclo destinato a ripetere il miracolo della natura; in luogo di uno stacco netto tra la generazione che precede e quella che segue, perciò, si ha un’evoluzione costante, lenta, anche tormentata e contraddittoria, compenso a tutti i sacrifici. In questo quadro, d’importanza capitale risultano lo studio e la memoria dei più illustri personaggi della storia di ogni comunità.
La tradizione può dirsi realmente prolifica e vitale solo quando gli uomini del presente studiano il passato e si confrontano con esso in maniera propositiva e senza tentazioni nostalgiche. La tradizione è l’essere nel divenire: conserva i ponti con il mondo e il tempo, rifiutando di concepire la verità come monade separata da ciò che è accaduto e da ciò che accadrà.
Bisogna considerare la tradizione quale atto comunitario di amore della vita e di inimicizia verso la morte: «trasmettere» è il contrario di «smettere», «dismettere», «tagliare»; la tradizione, dunque, è un’arma capace d’impedire che le esistenze individuali si sradichino da ogni contesto, ossia che l’ereditato legame organico tra l’uomo e le cose venga disarticolato. In altri termini, la tradizione dà lo scacco al sentimento d’abbandono e al deteriorarsi del senso d’appartenenza dell’essere umano in seno alla propria comunità.
Lungi dall’offrire paradisi in terra o felicità definitive, la tradizione costituisce un orientamento di vita, concorre a ordinare la scala delle priorità, è un senso innato da rielaborare continuamente nel rapporto con il mondo.




Gli autori


Sara Scaglioni

Nata e cresciuta a Vignola, Sara Scaglioni si è laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Bologna con una tesi dal titolo Storia degli archivi e indagine sull’usabilità dei siti d’archivio online. Collabora con la rivista culturale e di varia umanità «Il Senso della Repubblica nel XXI secolo» pubblicando articoli su letterati e su scienziati europei dell’Ottocento. Da tempo conduce ricerche intorno agli illustri Vignolesi del passato, trovando in questa occupazione un conforto e una motivazione per vivere con più consapevolezza il presente.


Piero Venturelli

Piero Venturelli è nato e abita a Vignola. Ha dedicato studi e pubblicazioni a figure e ambienti culturali italiani del Quattrocento, alla trattatistica etico-politica fiorentina e veneta del Cinquecento, a lettere e scienze nel Modenese e nel Reggiano in Età Moderna, ad autori illuministi e controrivoluzionari europei. Ha collaborato alla preparazione dell’edizione annotata nella nostra lingua, con testo originale a fronte o in coda, di opere di filosofi francesi del Settecento (Montesquieu, Voltaire e Maupertuis) per le case editrici Bompiani (poi, Giunti-Bompiani), Einaudi e Liguori. Ha curato un’antologia di testi montesquieuiani in lingua basca (Bilbao, Universidad del País Vasco / Euskal Herriko Unibertsitatea, 2014).
È caporedattore della rivista «Montesquieu.it» e redattore dell’omonima biblioteca elettronica. È redattore anche della rivista «Il Senso della Repubblica nel XXI secolo».



Ringraziamenti


Si ringraziano per la cortese e generosa disponibilità: Pierluigi Albertini, Stefano Baccolini, Giovanni Bartoli e Lily Roglia, Alessandro Carboni, Maria Pia Corsini, Giorgio Fliskunakis, Marco Fornaciari, Angela Giansante, Maurizio Maggi, Raffaele Montanari.




Copyright


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